Chi meglio di Gaetano Torrisi poteva parlarci di comunicazione?
Docente di marketing all’Università di Siena, con una solida esperienza come formatore e consulente aziendale.
In merito al comportamento dei consumatori nella fase 2, Torrisi ha osservato che “Le aziende si trovano adesso di fronte a consumatori che hanno un atteggiamento diverso nei confronti del consumo, che poi è l’atteggiamento stesso che hanno nei confronti della pandemia. Non è possibile semplificare l’animo umano in schieramenti, però per aiutarci a ragionare, possiamo raggruppare i consumatori in due grandi orientamenti, quello positivo e quello negativo. Ogni categoria è più “regina” di una fase: quella della ripartenza è propria di chi ha atteggiamento positivo quasi da smemorati, mosso delle emozioni della fiducia e della gioia, a sua volta segmentabile ancora in ulteriori categorie: chi con leggerezza vuol dimenticare quello che è stato ed è ancora, avviando un processo di rimozione delle difficoltà. Ci sono poi gli ottimisti, quelli che sanno, che sono consapevoli, che quello che è stato lo hanno davanti agli occhi ma che però alla fine tutto andrà bene e continuerà così ad esserlo”.
“Fino ad arrivare al negazionista, che pensa che non sia successo nulla, che sia tutto un complotto, che siamo oggetto di un potere più forte che ci guida, che hanno un atteggiamento di ostentazione e pretendono dalle aziende che tutto sia dato nelle stesse modalità che erano prima, con addirittura una sorta di rabbia nei confronti di chi eventualmente glielo nega nei servizi o prodotti che offre… Questo è un tema che nel marketing è determinante”.
Torrisi ha fatto il punto anche sulla capacità che hanno i media di costruire la percezione della realtà e la differenza di reazione delle persone, che è influenzata dal carattere di ognuno ma anche dalla sollecitazione di immagini a cui ci sottopongono, anche con i social.
“Immaginiamoci che superata questa emergenza, ci sarà poi una terza fase; gli imprenditori si troveranno obbligatoriamente nella situazione di dover fare una scelta, tornare ai valori precedenti, ante covid-19 in una strategia di ritorno al passato. Questo può funzionare su quelli che hanno una clientela molto fidelizzata, che rapidamente cercheranno di accorciare i tempi per tornare a quella sede, tornando al messaggio precedente. Altri invece, punteranno sul nuovo posizionamento, pensando ad una nuova immagine da utilizzare per ricostruire e ristrutturarsi. Molti imprenditori sfrutteranno questo momento per creare qualcosa di diverso, e questa è poi la grande sfida, un terreno di prova per l’imprenditoria”.