Dal Web Marketing Festival 2019 al numero estivo di Wired per farsi un’idea delle tante sfaccettature di un tema così pop
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Ultimamente mi è capitato più volte di leggere o ascoltare riflessioni sul futuro, e nello specifico del futuro in relazione alla tecnologia. Almeno in parte, si tratta certamente di deformazione professionale, ma farsi delle domande su questo futuro che costruiamo a suon di applicazioni e mondi digitali - eppure molto tangibili negli effetti – dove ci porta?
Ragionare sul futuro è stimolante, interessante e a tratti un po’ inquietante, dipende tutto dalla deriva che prende il discorso. E confrontarsi con altre persone (online ma anche offline) è un modo proficuo per provare a farsi un’idea un po’ più chiara, valutando anche aspetti che non si erano ancora considerati.
Web Marketing Festival 2019
Una full immersion si può fare partecipando all’edizione 2019 del Web Marketing Festival, che dà il via al trailer ufficiale con le parole: “It’s time for us to use technology for the good of humanity”. In altre parole, usiamola bene questa tecnologia.
Nell’anteprima del programma dell’evento che si terrà a Rimini il 20, 21 e 22 giugno, si anticipano un po’ i temi che verranno trattati. Si va dalla SEO e le Social Media Strategies alle Criptovalute e l’Intelligenza Artificiale, dal Digital Fashion alla Sostenibilità e il Giornalismo, solo per citarne qualcuno.
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Wired Estate 2019
Un approccio simile, ma su carta stampata è quello adottato da Wired, che ha dedicato l’interno numero 89 - edizione estate, a questo interrogativo: “Quale futuro stiamo costruendo?”.
La risposta in copertina sostiene che “Il mondo che ci attende dipenderà dall’uso che vogliamo fare delle tecnologie.”
Vari autori si alternano nel dare le proprie risposte a 5 macro-temi
- Il futuro delle macchine;
- Il futuro della religione;
- Il futuro del pianeta;
- Il futuro della scienza;
- Il futuro della società.
L’edizione è sviluppata in modo piuttosto artistico e dà voce – tra gli altri – all’indimenticato Morpheus di Matrix (cfr. Laurence Fishbourne), che dice la sua su cosa significa recitare oggi, e sull’influenza che piattaforme come Netflix hanno avuto sulla comunicazione e sullo sviluppo dei contenuti stessi.
Al momento, l’unica conclusione possibile è che continuare a porsi domande è utile, sempre.