In pochi giorni ci siamo adeguati a lavorare da casa. Ma lo facciamo in sicurezza?
L'arrivo inatteso ed estemporaneo dello “smart working” nelle aziende in Italia, causa contenimento di Covid-19, è stato un ciclone.
Nel giro di pochi giorni, aziende che mai avevano preso in considerazione l'ipotesi di adottare - anche solo parzialmente - pratiche di smart working, sono state costrette a procedere spedite in quella direzione.
E, se da un lato ci sono attività che avrebbero tranquillamente potuto iniziare da anni ad adottare un po' alla volta queste soluzioni (che indubbiamente hanno dei contro, ma anche molti pro) ce ne sono altre che, proprio per la natura delle attività svolte, si sono trovate molto più in difficoltà.
Questo porta a doversi confrontare, senza essere preparati, anche con diverse problematiche legate alla sicurezza del lavoro, inteso come gestione delle informazioni che passano dal nostro pc, informazioni che diamo involontariamente, attacchi a cui possiamo essere più soggetti in questo momento.
Due cose di cui non parlerò
Facciamo una premessa: in questo ragionamento scritto non prenderò in considerazione 2 aspetti, che pure sono molto importanti in questo momento secondo me, ma che ha poco senso trattare in un blog in cui si affrontano principalmente temi che riguardano strumenti e strategie di web marketing per aziende.
1) l'aspetto emotivo. Inteso come l'abitudine di vedersi, sentirsi vicini ai propri colleghi, di condividere “i momenti davanti alla macchinetta del caffè, quando ci sarebbe stato modo anche di confrontarsi su questa cosa enorme che sta succedendo a tutti noi.
2) la parte di gestione familiare. Che certamente complica la fase di apprendimento e adozione di pratiche di smart working e/o lavoro in remoto, perché ci sono anche i bambini da gestire, c'è spesso da condividere i pc per fare scuola digitale (ne parlava Giulia qualche giorno fa) e ritagliarsi spazio e tempo per il lavoro è molto complesso. Me ne rendo conto, ma esula da quello di cui volevo scrivere.
Alcuni rischi alla sicurezza del lavoro da casa ora
La fretta con cui siamo stati portati a imparare a lavorare da casa rischia di rendere molto più facile accedere a documenti, file e informazioni in generale che invece devono rimanere riservati.
Come usiamo le videochiamate
Le piattaforme per le videochiamate hanno comprensibilmente avuto un'impennata in questo periodo: tutte le riunioni - o anche il semplice fare capolino nell'ufficio di un collega per una domanda lampo - si sono trasformate in videochiamate.
Tra le tante disponibili, Zoom è diventata una tra le piattaforme più popolari, e discusse.
Tra i tanti motivi ci sono: che è semplice da usare, che permette di partecipare a tante persone contemporaneamente, e perché ha un pricing interessante.
Ma sono l'uso di questa, come di altre piattaforme, ha anche dei rischi: infatti sono molte le informazioni che vengono raccolte (dati relativi alla località di chi chiama, sistema operativo, indirizzo IP o tipo di dispositivo), e ci sono varie notizie che parlano anche di vere e proprie falle nella sicurezza.
Il fenomeno dello Zoom Bombing
Nelle ultime settimane si sono moltiplicati i cosiddetti attacchi di zoom bombing, ovvero intrusioni all'interno di videoconferenze che hanno lo scopo di interrompere e disturbare in modo sciocco lezioni o riunioni, ma anche condividere messaggi razzisti o mostrare immagini pornografiche.
In certi, casi sono interruzioni di poco conto, fatte solo per noia o per perdere tempo, ma in molti altri sono vere e proprie incursioni, organizzate anche attraverso vari social.
Proprio qualche giorno fa anche il “Il Post” ha fatto un approfondimento sulla questione.
Foto di #smartworking di gruppo
Un po' per dimostrare che l'azienda non si è fermata, che si è saputa adattare a questa nuova situazione e, forse un po' anche per passarci un po' di buonumore in questo strano momento, girano in questo periodo sotto vari hashtag su varie piattaforme foto di gruppo con pc e postazioni di lavoro casalinghe.
Di per sè non c'è niente di male, anzi.
Ma spesso nelle foto, oltre a pc e smartphone vari, ritraiamo involontariamente anche lettere, pacchetti di Amazon con indirizzi e dati personali e indizi utili per trovare le password dei vari account.
Qualche giorno fa, anche noi abbiamo condiviso online una foto dalle nostre postazioni di lavoro da casa per parlare di un'iniziativa per dare una mano alle aziende in questo momento: un report gratuito per avere una fotografia dettagliata della situazione online della propria azienda.
Se pensi potrebbe interessarti, puoi richiederlo riempiendo il form qui.
Ancora più attenzione a email sospette
Infine, bisogna tenere alta l'attenzione anche quando leggiamo le email, perché proprio in questo periodo, sono stati registrate ondate di email con l'obiettivo di ottenere informazioni sensibili, che sfruttano questo momento difficile facendo leva sull'emotività legata all'emergenza del corona virus.
La BBC ha pubblicato un articolo qualche giorno fa alcuni esempi di email scritte in varie lingue, tra cui anche l'italiano, rivolte ad industrie, aziende di produzione ma anche assicurazioni e attività di assistenza sanitaria, in cui a vario titolo si chiedeva di interagire con la mail per aiutare o ricevere aiuti in relazione all'emergenza pandemia.
Insomma, anche se sono davvero molte le cose da tenere sotto controllo in questo momento (compresa un po' di ansia e preoccupazione) è importante cercare di non abbassare la guardia nemmeno di fronte alle minacce che, in situazioni normali, nel nostro ufficio o ambiente di lavoro, sappiamo che di dover tenere sotto controllo lavorando su internet.